Archivio Zeta – Creazione collettiva 2016

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Per il terzo anno consecutivo, dopo le due indimenticabili creazioni collettive La Ferita e Pilade/Campodeirivoluzionari alla Salina di Saline di Volterra, il festival ha sostenuto, nel corso dei mesi invernali, il laboratorio permanente Logos della Compagnia Archivio Zeta, condotto da Gianluca Guidotti e Enrica Sangiovanni, registi, attori e cineasti tra i più apprezzati della scena sperimentale italiana e europea. Un laboratorio a cadenza quindicinale completamente gratuito aperto a chiunque, senza limiti di età (dai giovanissimi agli anziani), e senza nessuna necessità di esperienza pregressa, né di tipo artistico né in termini di formazione scolastica. Il percorso, fatto di letture a voce alta, dibattiti, divertimento e condivisione intellettuale e creativa, è infatti rivolto a tutti coloro che abbiano voglia di prendere parte a una appassionante esperienza culturale.

Il lavoro di quest’anno, a partire dalla scena della grande foresta del Macbeth di William Shakespeare, e dalla consegna tematica del festival, è incentrato sul tema del bosco, della relazione ideale, ma anche distopica, tra uomo e natura. La creazione collettiva Big Woods, dal titolo della celebre opera di Faulkner, vede in scena un grande gruppo di oltre quaranta cittadini-attori di ogni età, ed è preceduta da Sound and Fury, che vede invece in scena i cittadini-attori del laboratorio che Guidotti e Sangiovanni hanno tenuto parallelamente  a Bologna.

Entrambi sono preludi al progetto artistico 2016 di Archivio Zeta dedicato al Macbeth di William Shakespeare, e verranno presentati a Volterra in un lungo dittico intitolato Yoknapatawpha (Terra Divisa). Un esercito poetico di ottanta persone, tra adulti, ragazzi e bambini, attraverserà il centro di Volterra, conducendo il pubblico dalla Fortezza medicea al Teatro Persio Flacco, in un grandioso e furioso viaggio dalla Scozia al Mississippi, tra foreste, orsi, fiumi e indiani Chickasaw. Macbeth, infatti, nella rilettura di Archivio Zeta, è l’uomo che varcherà l’oceano e che, con mani sporche di sangue, costruirà il Nuovo Mondo, con tutte le ombre che quella conquista portano con sé e che ancora caratterizzano la nostra civiltà. Mondo che William Faulkner nella sua opera ha raccontato e indagato fin dalle origini in tutta la sua complessità.